Coabitazioni coatte

Coabitazioni coatte

Mounir Fatmi / Fabrizio Giannini / Massimo Vitangeli / Akram Zaatari e altri.

12 marzo – 30 aprile 2005

Con questa prima mostra dell’anno il CACT presenta artisti provenienti dal Mediterraneo, bacino dei Balcani e Medio Oriente e/o in generale del Mondo Arabo. COABITAZIONI COATTE – esposizione prevalentemente di opere video – sottintende una denuncia al mondo contemporaneo, e ancor più alla sua gestione politica, sociale ed etico-morale da un punto di vista geografico ben preciso.

Quello odierno rappresenta un importante momento storico di cambiamenti, in cui il nostro rapporto con la Storia, la sua elaborazione e con la società delle istituzioni evidenzia un divario vieppiù grande tra mondo reale e istituzionale; siamo tutti testimoni di un processo di tendenza all’eliminazione delle libertà individuali e/o collettive per sostituirle prepotentemente con la manipolazione, con un violento colonialismo culturale e l’affermazione meramente politico-economica di un concetto nord-sud. L’evidente, a tratti, demagogia delle operazioni politiche si autoalimenta con un sistema di network nelle mani di una classe. Al concetto di dialogo si vorrebbe contrapporre quello di guerra preventiva, alla moderazione la politicizzazione forzata in un clima, nel quale è pressoché difficile ormai distinguere il vero dal reale.

Come vanno interpretati i recenti cambiamenti della società contemporanea? Come tentativo di contaminare il pensiero libero, la cultura e le tradizioni, e di inibire – se non di eliminare completamente – qualsiasi personale caratteristica di valutazione?

Ed è proprio in questo delicato momento storico di alterazione e di crisi che l’artista assume un’identità quasi sciamanica di trasformatore di un valore politico-monetario-carnale in un valore totalmente spirituale. Egli non utilizza più un mezzo esclusivamente espressivo, bensì si riappropria del proprio statuto di agente mediatico e comparativo.

Con la proiezione video MANIPULATIONS (2004) l’autore marocchino Mounir Fatmi (1970) presenta il tema del gioco come elemento creativo, di fantasia mentale e dalle mille combinazioni della vita. L’opera – critica e autocritica – dà una visione del mondo arabo e si riassume visivamente con un close up di due mani che manipolano incessantemente il famoso cubo Rubiks con lo scopo di condensare uno stesso colore su ognuna delle sue facce. Ben presto, però, i colori spariscono per lasciare posto al nero, il non colore; il cubo nero rimanda quindi, per forma, all’immagine di uno dei santuari mussulmani più antichi del mondo: la Kaaba. Le mani si sporcano di colore, grondante, a indicare il sangue versato, ma anche il petrolio, oggetto di contesa economica tra Occidente e Oriente.

Fabrizio Giannini (1964), artista multimediale svizzero, presenta anch’esso in proiezione video da computer un’opera per così dire “telematica” o legata all’universo tecnologico dal titolo COITO.664 (2005). Su muro sono proiettati in sequenza gran parte dei nomi di virus informatici presenti oggi sul mercato delle “malattie” legate al mondo degli ordinatori e con le quali dobbiamo coabitare. Il computer è diventato un mezzo di comunicazione che unisce tutte le geografie – anche culturali – del mondo. È un’arma di informazione interattiva, che riflette per definizione il concetto di mondializzazione. All’interno di una riflessione puramente tecnologica, Giannini riporta la discussione sulle problematiche legate alla “macchina”.

MORNING STAR #2 (2004) della coppia Salis & Vitangeli (Giovanna Salis, 1970 & Massimo Vitangeli, 1950) è l’evocativo titolo di un clip di pochi secondi, in cui è riprodotto, con ripresa fissa, una macchina per l’uccisione degli insetti come se ne vedono tante, specialmente d’estate nei luoghi pubblici, costruite per fulminare e uccidere con il suo voltaggio qualsiasi insetto notturno; soprattutto le falene presenti unicamente nel Mediterraneo. L’opera svela la sistematica e consapevole intenzione di uccidere la fastidiosa presenza della falena ed è accompagnata da un audio elaborato in forma di climax ascendente (che ne rafforza la drammaticità) e discendente verso la fine del video a rappresentare la morte.

Dell’artista libanese Akram Zaatari (1966) viene presentata l’opera RED CHEWING GUM (2000), che narra la storia della separazione tra due amici, elaborata attraverso l’uso quasi aleatorio di diversi piani temporali e spaziali. L’impotenza del narratore di fronte al tempo che se ne va portando con sé le intime esperienze di vita, si manifesta con il tentativo di ricostruire nostalgicamente la memoria, di idealizzare il vissuto; ultimo vano e disperato grido di riesumare a riattivare il passato. Zaatari è un valoroso interprete della società libanese, stigmatizzandone le realtà politiche e culturali attraverso temi quali l’identità e la sessualità.

La mostra è visibile per il pubblico da venerdì a domenica dalle ore 14:00 alle 18:00 e rimarrà aperta fino al 30 aprile 2005.

Mario Casanova, 2005

Ph Thomas Banfi. Copyright MACT/CACT.

Dove

MACT/CACT

Arte Contemporanea Ticino

Via Tamaro 3, Bellinzona.

Orari

Venerdì, sabato, domenica

14:00 – 18:00

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