Corpus

Corpus

Pier Giorgio De Pinto

5 giugno - 11 luglio 2010

CORPUS è la prima mostra personale che l’artista Pier Giorgio De Pinto (Italia-Svizzera, 1968) presenta in Svizzera nelle sale del CACT Centro d’Arte Contemporanea Ticino a partire dal prossimo 5 giugno. 
Già presente in QUEER/SCHRÄG (2009) e SENTIMENTO E DISSACRAZIONE (2009-2010), di cui verrà edita prossimamente una pubblicazione, De Pinto – come lo si evince dal titolo evocatore dell’esposizione – ricostituisce uno spaccato, un ‘corpo’ della sua produzione; così come il ‘corpo’ diviene per lui anche elemento tematico, e di cui egli si occupa da anni.

5 sale, 5 opere a carattere installativo.
 KYRIE ELEISON (2001-2005) è l’incipit dell’esposizione e raccoglie parti di un progetto che l’artista ha sviluppato dal 2001, ispirandosi alle cere anatomiche custodite presso il Museo della Specola di Firenze, ed in seguito al testo (titolato Corpus, appunto) del filosofo francese Jean-Luc Nancy (1940). Già nel mio testo IL CORPO DEL REATO. LA RECLUSIONE avevo ricordato il bellissimo scritto di Lionello Puppi, LO SPLENDORE DEI SUPPLIZI, dove l’autore parla fondamentalmente del concetto scenico della morte dello spirito, attraverso il supplizio e la mortificazione del corpo, della carne, che lo contiene. La mercificazione… fino alla sua marcificazione… del corpo è sicuramente uno dei temi dell’uomo, il quale lascia di sé traccia del suo errare. Un dilemma eterno che l’uomo non riesce a risolvere fino alla sua morte, nel suo tentativo di ribadire e far prevalere il suo essere sentimentale, la sua individualità e la sua capacità di essere eterogeneo.

SACER (2005) è una delle opere fondamentali di De Pinto, di cui si ripropone qui una serie di 5 scatti di grande formato su tela montanti su telaio. DIONYSUS’ DARKROOM – questo il sottotitolo delle opere in mostra – rilegge la figura mitologica di Dioniso, personaggio dissacrante e agente di disturbo. […] L’artista rimette veracemente in discussione i parametri culturali di una società fortemente democratica e culturalmente monoteista, più attenta a porre sull’espressione della sessualità e del sentimento filtri d’ombra morali all’interno di una cultura prevalentemente giudaico-cristiana e (auto)colpevolista. La rivisitazione storica di una personalità, di un personaggio-simbolo epico e pagano come questo sembra essere fondamentale e necessaria per quella generazione che si è ormai esaurita nel miraggio di una società del ‘progresso’ e del benessere. Dioniso e Bacco, entrambi facce di una stessa medaglia, riportano l’uomo verso le sue pulsazioni carnali più o meno coscienti, trascinandolo entro la perdita della razionalità e del viaggio esperienziale emotivo ed emozionale. Se Dioniso rappresenta l’eroe caotico, istintivo e provocatorio, egli seduce anche l’uomo a togliere uno dopo l’altro i veli che celano le verità talora oscure dell’anima per intraprendere un viaggio epico e sconosciuto nel caos dell’irrazionale e delle passioni. […] (Mario Casanova, da Sentimento e Dissacrazione, CACT Edizioni)

Con pertinenza a questo tema, verranno presentate in prima mondiale nuove installazioni, quali IT’S ALL ABOUT LOVE (2009), installazione video (video e 6 fotografie), di cui abbiamo già avuto modo di parlare, opera che si avvale della partecipazione, come attore, dell’artista italo-inglese Franko B e della colonna sonora del gruppo inglese The InvisAbles. Opera anomala nella produzione di De Pinto, proprio per la disarmante semplicità tecnica del tournage, esso affronta e sviluppa senza veli i temi del sentimento e dell’amore nella società contemporanea.

SICILIAN YELL FOR AYAAN HIRSI ALI (2009) è un video espresso in forma installativa, che si avvale (e su di essa è costruito) della colonna sonora del compositore italiano Giovanni Dal Monte (Italia, 1967), che ne è pure attore assieme a Cinzia Ravaglia e Davide Schiano. Omaggio a Ayaan Hirsi Ali, personaggio femminile positivamente controverso, l’opera affronta i temi della donna di religione mussulmana nel proprio contesto culturale, così come nel processo di integrazione in Europa, suo paese d’adozione.

A chiusura del percorso espositivo, troviamo nell’ultima sala il video inedito FREE FROM THE MEN OF GOD (2010). Anch’esso ispirato da un brano musicale dallo stesso compositore Giovanni Dal Monte, gli uomini di Dio rappresentano per De Pinto i praticanti o i seguaci delle diverse religioni, intese come istituzioni di potere sorrette da dogmi e spesso svuotate di spiritualità e di umanesimo; particolarità, queste, riconducibili all’uomo e alla sua ricerca di sopravvivenza sulla morte dell’anima.

Mario Casanova, 2010

Ph. Pier Giorgio De Pinto © PRO LITTERIS Zürich.

Dove

MACT/CACT

Museo e Centro d’Arte Contemporanea Ticino

Via Tamaro 3, Bellinzona.

Orari

Venerdì, sabato, domenica

14:00 – 18:00

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