Le vanità dell’uccello in gabbia

Le vanità dell’uccello in gabbia

Alex Hanimann / Federica Marangoni / Scott Treleaven e altri.

18 giugno – 14 agosto 2005

Il titolo prende spunto da un’installazione di Alex Hanimann realizzata nel 2004 per la Kunsthalle di San Gallo e costituita (con pareti lignee e rete) da un’enorme voliera montata all’interno del museo e suddivisa in quattro sezioni comunicanti di altrettanti colori. Nella gabbia v’erano dei canarini o altri volatili liberi di scegliere i loro spostamenti nelle varie sezioni, spinti probabilmente anche da un piacere visivo del colore. Nonostante questa apparente libertà di movimento, i volatili erano, però, purtroppo in gabbia.

Da questa descrizione nasce un’interessante riflessione sulla società, non solo odierna, e sulle libertà concesse all’uomo in rapporto alle sue visioni e alla propria identità individuale. Nell’universo delle “cose” vane sono contemplate le utopie, la speranza cioè di veder realizzati i propri sogni. Ma oltre la rete, purtroppo, non è possibile spingersi.

Di Alex Hanimann (Svizzera, 1955) viene presentato uno dei filmati video (2003-2004) tratti dall’installazione sopra citata.

Federica Marangoni (Italia, 1940) presenta opere installative formalmente riconducibili al binomio arte/architettura, riassunto come segno nello spazio. Le opere di F.M. si iscrivono in un più ampio progetto dal titolo evocativo e/o polemico TOLERANCE-IN-TOLERANCE (2002-2005), che prende corpo dal montaggio di un centinaio di immagini tratti dalla cronaca giornalistica integrati con una serie di opere oggettuali particolarmente partecipi ai fini narrativi, quali del filo spinato, scritte al neon, materiali vivi come il vetro e altri mezzi che rafforzano il significato tematico dell’opera.

I lavori di F.M. – nel suo appropriarsi degli aspetti più performativi dell’arte – riflettono, avanzando con loro parallelamente, la notevole espressività che contraddistingue l’autrice.

Ancora giovanissimo, ma di grande talento espressivo e iconografico, Scott Treleaven (Canada, 1972) propone le due opere video THE SALiVATION ARMY (2002) e BEASTBOY (2002). Già presentato precedentemente all’Art/35/Basel nella sezione Film, THE SALiVATION ARMY è una narrazione video proiettata su schermo [e corredata da una zine], che riassume brillantemente – con un raffinato e coerente montaggio – la cultura Queer Punk, di cui è un intelligente e militante interprete.

L’opera BEASTBOY, inoltre, si rivela un’icona video quasi silente; essa rappresenta la fusione metamorfico dell’uomo con l’universo animale delle passioni.

Dal taglio psichedelico e legato al clip, ma anche al citazionismo storico, S.T. riesce in maniera evocativa a illustrare temi talvolta scabrosi con una tale forza poetica da rendere estremamente piacevole l’atto del vedere. Dietro ad un ermetismo apparentemente freddo e duro, S.T. esprime quegli aspetti mistici, visionari e di controcultura; atteggiamenti di resistenza ed anarchia necessari a trasformare il mondo altro in utopia.

La mostra è visibile per il pubblico da venerdì a domenica dalle ore 14:00 alle 18:00 e rimane aperta fino al 14 agosto 2005.

Mario Casanova, 2005

Ph © MACT/CACT.

Dove

MACT/CACT

Arte Contemporanea Ticino

Via Tamaro 3, Bellinzona.

Orari

venerdì, sabato, domenica

14:00 – 18:00

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