Warning!

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Maurizio Anzeri / Stefania Beretta / Ivana Falconi / Elke Krystufek / Carlos Quiroz / Paolo Ravalico Scerri / Una Szeemann / Akram Zaatari

23 ottobre – 19 dicembre 2004

Il contenuto di questa esposizione è un’opera d’autore per un pubblico adulto e deve essere consumata con moderazione. OGNI ABUSO POTREBBE RIVELARSI PERICOLOSO. Da conservare fuori dalla portata dei bambini. Nel caso si manifestino disturbi alla vista o nervosi CONSULTATE SUBITO IL VOSTRO MEDICO. Non contiene alcuna sostanza sperimentata su animali. 100% naturale. Protegge lo strato di ozono. DATA LIMITE DI CONSUMAZIONE: FINE DELLA DEMOCRAZIA.

Gli artisti in mostra sono Maurizio Anzeri, Stefania Beretta, Ivana Falconi, Elke Krystufek, Carlos Quiroz, Paolo Ravalico Scerri, Una Szeemann, Akram Zaatari.

Il titolo – avvertimento ironico e sarcastico – cerca di indagare il tema della libertà d’espressione nell’ambito della creatività artistica, del pensiero e della eventuale reazione censoria; sfera in cui i confini sono sempre più fragili o quantomeno indefiniti, e dove i mezzi linguistici assumono un’identità sempre più androgina. Legate alla libertà espressiva vi è la scabrosità di talune rappresentazioni, siano esse pertinenti al mondo auto-referenziale ed egoico dell’autore, sia che si tratti di tematiche evocate dai continui cambiamenti geo-politici, culturali e/o religiosi.

La mostra vuole, però, soprattutto approfondire gli aspetti interattivi arte-tessuto sociale e le reazioni del pubblico di fronte al concetto di libertà d’espressione. Cosa della produzione artistico-creativa riesce ad accettare la società contemporanea? E perché? L’esposizione presenta temi e rappresentazioni ispirate a diversi ambiti e tenta di produrre paradossalmente nello spettatore proprio quel sentimento di non-accettazione o repulsione – che va direttamente al vero nucleo tematico della mostra – spingendo il pubblico stesso a farsi delle domande e darsi delle risposte.

I temi sviluppati con diversi mezzi di produzione toccano – come detto – differenti “luoghi” della società, come l’opera fotografica di Una Szeemann (1975) sulla guerra irachena POP IS HOT (2004), che stigmatizza, all’interno di un rapporto prettamente economico tra Occidente ed Oriente, quegli aspetti Pop di lettura legati al mondo della comunicazione visiva pubblicitaria riconducibili ad un sistema di supremazia del network sul pensiero individuale. Oppure quella del libanese Akram Zaatari (1966), che con il video documentario HOW I LOVE YOU del 2001 propone un’intervista sul tema dell’omosessualità, coming out e suo vissuto in un paese (il Libano), in cui – malgrado la sua laicità – la parola “sessualità” è ancora difficile da pronunciare.

Anche a sfondo critico-politico è l’opera fotografica presentata da Stefania Beretta (1957) tratta dalla serie TROP (2002), con la quale l’autrice evidenzia il paradossale binomio conseguentemente proporzionale società del benessere-quantità di rifiuti. Eppure ciò è quanto accade nella società dello sviluppo, dove evoluzione industriale e benessere materiale si accompagnano al concetto di “scoria”.

Più autoreferenziale è PRESENT TRACES del 1999, grande stoffa creata con capelli sintetici biondi dall’artista londinese Maurizio Anzeri (1969). Con questo lavoro egli cerca e trova l’ispirazione per affrontare il tema dell’identità corporea e spirituale. Con la stoffa si creano abiti e l’abito è la carapace che scegliamo per darci un’identità, per parlare di noi stessi come lo vogliamo noi. Il capello – biondo per ricordare Marilyn Monroe e il suo statuto di Sex Symbol – è anche la parte morta del nostro corpo, materiale chitinoso, ch’egli tesse con ossessivo piacere necrofilo e morboso per parlare di vita e di morte, di memoria e nostalgia della vita.

Singolare è pure l’opera dell’artista peruviano Carlos Quiroz (1949), che rappresenta fotograficamente l’organo sessuale maschile, oggetto proibito perché intimo e sessuale, ma che egli riesce a trasformare in pezzo d’arte plastica. Il fallo, prima che oggetto pornografico, è oggetto di vita, la cui rappresentazione nella Storia ne ha dato un significato altamente simbolico.

L’artista video Paolo Ravalico Scerri (1965) presenta l’opera PROVA DI FORZA (1998-2004), in cui il personaggio – un giovane esuberante – gioca con la propria immagine estetica e, similmente a Narciso, inizia un braccio di ferro con sé stesso. Egli guarda verso di noi come se si ammirasse nello specchio, perché lo specchio riflette le dinamiche psicologiche dell’uomo e lo specchio è, in questo caso, il pubblico. PROVA DI FORZA è un’opera sulla vanità.

È interessante osservare come anche il lavoro di Ivana Falconi (1970) – seppur traendo ispirazione dall’universo kitsch – riesca a svelare una lettura seria e sarcastica del mondo circostante. Con il dittico CONFEDERAZIONE ELVETICA del 2004, composto da due tele su cui sono cuciti bottoni d’argento e d’oro, l’artista si ricollega al discorso più politico di Beretta e meno autoreferenziale, denunciando la trasformazione della società del lavoro in una società finanziaria della speculazione.

Chiude la mostra Elke Krystufek (1970) con video OVER ONE HOUR OF WATER (1993).

L’esposizione è visibile al pubblico venerdì, sabato e domenica dalle ore 14.00 alle ore 18.00 e rimane aperta fino a domenica 19 dicembre 2004.

Opere di

Maurizio Anzeri / Stefania Beretta / Ivana Falconi / Elke Krystufek / Carlos Quiroz / Paolo Ravalico Scerri / Una Szeemann / Akram Zaatari

Ph MACT/CACT.

Dove

MACT/CACT

Arte Contemporanea Ticino

Via Tamaro 3, Bellinzona.

Orari

Venerdì, sabato, domenica

14:00 – 18:00

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