Metamorfosi e l’espressione dell’archetipo

Metamorfosi e l’espressione dell’archetipo

Martin Disler

26 aprile – 6 luglio 2014

Il 24 settembre 1994 l’apertura ufficiale del MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino coincideva con la prima mostra personale di Martin Disler (1949-1996) in Ticino a cura di Mario Casanova. La mostra si articolava nelle nostre sale, con pitture murali, e a Castelgrande – grazie al pregevole allestimento dell’architetto Aurelio Galfetti – con la serie di sculture di bronzo titolata Häutung und Tanz (1990-1991).
Questa mostra segnava l’inizio della presenza in Ticino di un approccio diverso all’arte contemporanea, capace di connettersi in modo particolare con il resto della Svizzera e con l’Estero.
Dopo 20 anni dalla realizzazione di questo importante evento, è parso quasi doveroso riproporre una sua personale in stretta collaborazione con il Nachlass Martin Disler (Martin Disler Estate): non già una retrospettiva dal taglio commemorativo, quanto piuttosto presentare un’esposizione che rimettesse sul piano della discussione l’opera dell’artista prematuramente scomparso.

Martin Disler, attivo soprattutto dalla fine degli anni Settanta fino a metà degli anni Novanta, ha rappresentato per la Svizzera, e all’interno del panorama artistico internazionale, una presenza fondamentale per quanto attiene alla ripresa degli stilemi pittorici di matrice analitico-espressionista. Parallelamente al fenomeno italiano della Transavanguardia e a quello tedesco dei Neue Wilden, Martin Disler rimane una delle personalità più eclettiche ma originali, non tanto per uno stile che ricorda il movimento CO.BR.A e tutto il filone della tradizione Brut, quanto per la sua capacità di fondere il linguaggio pittorico finito con le profondità infinite della cultura nordica e della sua personale esperienza esistenziale. Da qui l’esigenza di Disler di sperimentare e rimettere in discussione le forme della pittura, quanto altri aspetti come la scrittura.
Autodidatta, Disler si forma con le esperienze di vita, che fondano le proprie radici nei risvolti psicologici e oscuri di un Novecento devastato dalle ideologie politiche, da due guerre mondiali, dalla psicoanalisi e dalla dittatura del denaro. L’essere umano e tutte le sue contraddizioni rimangono, quindi, prioritarie all’interno del suo studio; Disler analizza l’uomo da molteplici punti di vista; da quello storico, antropologico, analitico, andando a toccare pochi temi ma intensi, in bilico tra la cultura del sentimento e la società delle passioni, tra amore e guerra, tra l’essenza dell’uomo, la sua sopravvivenza e le sue vanità. Come in una scrittura automatica, la pittura di Disler segue il suo pensiero e il suo coinvolgimento totale; e totalitario nel verso della sua presenza forte e per taluni aspetti ingombrante: l’uomo, la donna, Eros e Thanatos, e il terzo, questo incomodo che rappresenta infinità e instabilità affettiva ed esistenziale.
Su questa stratificazione delle percezioni psicologiche, ove il corpo non può esserne che una vile emanazione e nel contempo talea, Martin Disler disegna e dipinge tutta la sua irrequieta esistenza, una sorta di prigione tra gli archetipi, da cui fugge per ritrovare una libera visione ‘oltre il possibile’. I suoi corpi, in equilibrio fragile tra il sentimento umano e il tormento animale, sono delle psico-geografie, morfologie magmatiche che diventano quasi simboli carnali ma unisessuati nella fusione reciproca e con il mondo; una sorta di rivisitazione dell’estetica della tri-dimensionalità.

In mostra vengono presentate esclusivamente opere pittoriche di grande formato eseguite negli anni 1994 e 1995 – e successivi alla prima mostra di Bellinzona –, e due opere del 1992, all’interno di un percorso narrativo, dove la drammaticità della dimensione e i temi esistenziali cari all’autore ridisegnano una sorta di Via Crucis della condizione umana e della sua inesorabile irreversibilità.

A titolo didattico, verrà presentato al pubblico un documento filmico storico.

Mario Casanova, 2014

Ph. Pier Giorgio De Pinto © PRO LITTERIS Zürich.

Dove

MACT/CACT

Museo e Centro d’Arte Contemporanea Ticino

Via Tamaro 3, Bellinzona.

Orari

Venerdì, sabato, domenica

14:00 – 18:00

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