{"id":7245,"date":"2016-02-04T22:55:00","date_gmt":"2016-02-04T21:55:00","guid":{"rendered":"https:\/\/www.cacticino.net\/sessantotto-e-dintorni-testo-di-mario-casanova\/"},"modified":"2020-11-18T23:05:30","modified_gmt":"2020-11-18T22:05:30","slug":"sessantotto-e-dintorni-testo-di-mario-casanova","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.cacticino.net\/en\/sessantotto-e-dintorni-testo-di-mario-casanova\/","title":{"rendered":"SESSANTOTTO e DINTORNI, testo di Mario Casanova"},"content":{"rendered":"
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This article is available only in italian.<\/em><\/p>\n Parlare di Sessantotto o anche solo farne riferimento non \u00e8 facile, perch\u00e9 \u00e8 come chiaccherare di un argomento o di un evento che tutti pi\u00f9 o meno conoscono e di cui sanno per rifrazione, ma che fondamentalmente non \u00e8 mai esistito; una visione, una vera e propria utopia, che muore nel momento in cui tenta di nascere come forma artistica. Poich\u00e9 le visioni e le utopie sono proprio quegli ingredienti catartici alla base dell\u2019arte e del mistero della creazione, che si fanno forma allorquando cercano di sfuggire dalla sua definizione, quasi la formalizzazione di un pensiero che diventa logo fosse gi\u00e0, per sua stessa definizione, intrinseca prigione. E l\u2019arte \u00e8 proprio come la libert\u00e0; sconfinata, senza limiti morali, ove tutto \u00e8 possibile, senza costrizioni ideologiche e significanti privi di significato; una camera delle curiosit\u00e0, finch\u00e9 la sua definizione la trasforma nel nostro stesso carcere.<\/p>\n Il tentativo szeemaniano di approcciare il linguaggio artistico attraverso una nuova forma curatoriale che tentasse di riportare alla superficie \u2013 liberandola \u2013 l\u2019esperienza concettuale ma anche l\u2019impegno civile, politico e socialmente militante dell\u2019artista e degli stessi curatori, fu sicuramente la via da percorrere in quegli anni. Egli tent\u00f2, infatti, di dare forma alle attitudini, transitando dall\u2019esperienza visiva all\u2019espressione dell\u2019esperienza concettuale liberata da ogni paradigma accademico. E la sua visione fu proprio uno degli ultimi importanti tentativi, nel XX secolo, di coagulo di un pensiero entro una societ\u00e0 ancora fortemente propensa a un certo modello democratico attraverso le ideologie politiche o i manifesti artistici collettivi tipici delle avanguardie, alle varie forme di socialismo.<\/p>\n Ma cosa \u00e8 evidentemente fallito per Szeemann, quand\u2019egli stesso sentiva all\u2019inizio del nuovo Millennio il bisogno \u2018di cambiare tutto\u2019, poich\u00e9 \u2018tutto era da cambiare\u2019? Perch\u00e9 l\u2019esperienza e la visione pasoliniana, all\u2019interno della rilevanza universale del suo messaggio, si ostina a rimanere una utopia per quei pochi visionari di allora come di oggi? Due esempi (tra i tanti) di grande coraggio quasi magico, di anticipatori ma allo stesso tempo vittime del dogma sociale e politico, e relegati alla propria unicit\u00e0 individuale.<\/p>\n Da un lato, il quesito \u00e8 sempre lo stesso; cio\u00e8 come esprimere attraverso il proprio gesto (Gestaltung) la propria esperienza esistenziale (Erfahrung e anche Erlebnis, perch\u00e9 no?) in un tutt\u2019uno che si chiama Arte Totale, una imperdibile quanto aderente simbiosi tra quello che sei, ci\u00f2 che fai e come vuoi apparire. Ecco che la forma, il corpo mai si slega dal motore spirituale o anche solo ideale.<\/p>\n Queste forme ribelli o di ribellione nascono verosimilmente, o sicuramente, da momenti di passaggio e metamorfosi epocali e durano nei secoli, poich\u00e9 vera espressione del bisogno dell\u2019uomo di prevalere sulla morte attraverso la creazione di cellule quasi atemporali e pagane nel verso dell\u2019edonismo, di nuovi ordini spirituali e sociali, o anarchici. Del resto questo \u00e8 anche il senso che si d\u00e0 alla Storia. Le varie e variegate forme di Camera delle Curiosit\u00e0 o di Wunderkammer concesse al e dal pensiero (artistico) \u2013 dallo studiolo di Francesco I de\u2019 Medici, passando da Louis XIV ultimo vero monarca francese, fino al rapporto tra Wagner e Ludwig II di Baviera, nella cui figura di re illuminato si ravvisa la (in)consapevole fine di un\u2019epoca ch\u2019egli stesso aveva contribuito a decretare come ultima metastasi di una \u2018fin de race\u2019 \u2013 hanno sempre marcato il grido dell\u2019uomo per la sua sopravvivenza nei momenti storici contraddistinti da crisi temporali e morali di transito e metamorfosi della societ\u00e0.<\/p>\n \u2026poi la visione di Henri Dunant e della sua Croce Rossa, il Monte Verit\u00e0, che riusciva a coagulare tra le Isole di Brissago, o Saint L\u00e9ger, e Ascona il traghetto che ci portava gentilmente dal tardo Ottocento scapigliato, o dei fuoriusciti come i russi Troubetzkoy sulla sponda italiana del Verbano, al nuovo visionario che arrivava da un\u2019Europa in guerra e in menopausa esistenziale.<\/p>\n Un nuovo che depennava il denaro per il valore, consapevole della superiorit\u00e0 dello spirito e della visione sulle vanit\u00e0 del possesso e della gestione delle risorse umane.<\/p>\n Questi luoghi reali, visionari e spirituali s\u2019intridono di energia, laddove il genio del luogo prevale su qualsiasi umanit\u00e0 con tutti i suoi limiti temporali. Ecco cos\u2019\u00e8 forse il Sessantotto; un luogo della mente e dello spirito visionario come pochi altri, laddove l\u2019essere prevale sull\u2019avere e la pienezza dell\u2019esistenza prevale sulla divinazione.<\/p>\n Ecco dove nasce forse la censura e la negazione dell\u2019arte come etichetta della degenerazione umana, ecco dove nasce spesso l\u2019istigazione verso il reale come antitesi totale corrotta all\u2019arte: forse proprio dall\u2019istituzione, dal dogma, dalla forma, che vogliamo a tutti i costi attribuire erroneamente a ogni struttura del pensiero, a questo luogo della mente atemporale, apolide, amorale e infinita.<\/p>\n Cosa hanno sbagliato Szeemann o Pasolini o tutti gli altri? Nulla! Essi hanno dato per acquisire visioni, che molti interpreti della Storia hanno venduto in cambio di denaro e di favori politici. La virtualizzazione ha fatto il resto.<\/p>\n I grandi visionari esistono ancora, oggigiorno spesso nascosti, e ci\u00f2 che un tempo era il vanto di una societ\u00e0 davvero illuminata \u2013 per usare un aggettivo mistificatorio che non amo per niente \u2013, oggi costituisce uno dei tanti mali oscuri. In qualche modo la Storia si ripete.<\/p>\n Mario Casanova<\/p>\n Svizzera, 2016[\/vc_column_text][vc_single_image image=”4629″ img_size=”large” add_caption=”yes” alignment=”center”][\/vc_column][\/vc_row]<\/p>\n<\/div>","protected":false},"excerpt":{"rendered":" [vc_row][vc_column][vc_column_text] This article is available only in italian. 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Il tentativo szeemaniano di approcciare il linguaggio artistico attraverso una nuova forma curatoriale che tentasse di riportare alla superficie \u2013 liberandola \u2013 l\u2019esperienza concettuale ma anche l\u2019impegno civile, politico e socialmente militante dell\u2019artista e degli stessi curatori, fu sicuramente la via da percorrere in quegli anni. Egli tent\u00f2, infatti, di dare forma alle attitudini, transitando dall\u2019esperienza visiva all\u2019espressione dell\u2019esperienza concettuale liberata da ogni paradigma accademico. E la sua visione fu proprio uno degli ultimi importanti tentativi, nel XX secolo, di coagulo di un pensiero entro una societ\u00e0 ancora fortemente propensa a un certo modello democratico attraverso le ideologie politiche o i manifesti artistici collettivi tipici delle avanguardie, alle varie forme di socialismo. Ma cosa \u00e8 evidentemente fallito per Szeemann, quand\u2019egli stesso sentiva all\u2019inizio del nuovo Millennio il bisogno \u2018di cambiare tutto\u2019, poich\u00e9 \u2018tutto era da cambiare\u2019? Perch\u00e9 l\u2019esperienza e la visione pasoliniana, all\u2019interno della rilevanza universale del suo messaggio, si ostina a rimanere una utopia per quei pochi visionari di allora come di oggi? Due esempi (tra i tanti) di grande coraggio quasi magico, di anticipatori ma allo stesso tempo vittime del dogma sociale e politico, e relegati alla propria unicit\u00e0 individuale. Da un lato, il quesito \u00e8 sempre lo stesso; cio\u00e8 come esprimere attraverso il proprio gesto (Gestaltung) la propria esperienza esistenziale (Erfahrung e anche Erlebnis, perch\u00e9 no?) in un tutt\u2019uno che si chiama Arte Totale, una imperdibile quanto aderente simbiosi tra quello che sei, ci\u00f2 che fai e come vuoi apparire. Ecco che la forma, il corpo mai si slega dal motore spirituale o anche solo ideale. Queste forme ribelli o di ribellione nascono verosimilmente, o sicuramente, da momenti di passaggio e metamorfosi epocali e durano nei secoli, poich\u00e9 vera espressione del bisogno dell\u2019uomo di prevalere sulla morte attraverso la creazione di cellule quasi atemporali e pagane nel verso dell\u2019edonismo, di nuovi ordini spirituali e sociali, o anarchici. Del resto questo \u00e8 anche il senso che si d\u00e0 alla Storia. Le varie e variegate forme di Camera delle Curiosit\u00e0 o di Wunderkammer concesse al e dal pensiero (artistico) \u2013 dallo studiolo di Francesco I de\u2019 Medici, passando da Louis XIV ultimo vero monarca francese, fino al rapporto tra Wagner e Ludwig II di Baviera, nella cui […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":4629,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[1028],"tags":[],"class_list":["post-7245","post","type-post","status-publish","format-standard","has-post-thumbnail","hentry","category-2016-en"],"acf":[],"yoast_head":"\n