Revelation of Beauty
Pier Giorgio De Pinto
Arte israeliana 1950-1980
Aharon Kahana (1905-1967) / Raffi Lavie (1937-2007) / Lea Nikel (1918-2005) / Igael Tumarkin (1933-2021)
25 settembre - 18 dicembre 2022
Revelation of Beauty
Pier Giorgio De Pinto
Mai come in questo momento storico, contraddistinto dalla perdizione in generale, l’arte assume un valore universale di bellezza, incarnando anche quel vettore politico più o meno intrinseco, in grado di risvegliare una benché minima coscienza critica nell’autore e spettatore. La metamorfosi di una guerra civile in qualcosa di mondiale verso un ordine più grande di noi ci spinge giocoforza a una maggiore riflessione dell’arte e dei linguaggi artistici all’interno del già provato panorama globale.
Pier Giorgio De Pinto (1968) tenta di farlo con la sua ennesima personale titolata LA RIVELAZIONE DELLA BELLEZZA. E lo fa senza staccarsi dal suo reale di tutti i giorni, tentando di traslare una quotidianità ormai senza voce e ascoltatori verso “un quotidiano sontuoso”, come egli stesso afferma. L’artista svizzero lo fa con una mostra sorprendente, interamente dedicata – in apparenza – alla pittura, con opere prevalentemente su carta realizzati con gouache, acquerello e matite, e laddove il processo produttivo diventa concettualmente l’opera, e l’opera stessa lo scrigno, che custodisce l’approccio umile e grandioso al quotidiano, restituito visivamente con devozione per rivelare un principio di malinconica bellezza e muoversi all’interno di un’esperienza quotidiana – come bene afferma lo stesso autore – veicolata dalle molteplici trame della pittura, dall’armonia dei soggetti e da un insieme di ritmi generati dall’atto del disegnare; ogni elemento è chiamato a prendere forma all’interno della composizione.
Qui il sontuoso diventa quella preziosità il cui valore risiede nell’intenzione con cui è percepito o mostrato. Rivelare bellezza per celebrare, tutti e contemporaneamente, i misteri dell’esistenza attraverso una rianalisi e rielaborazione del vedere risvegliando l’esercizio della messa a fuoco dell’atto stesso del guardare e del vedere.
Mario Casanova / Pier Giorgio De Pinto, 2022.
Arte isrealiana 1950 – 1980
Aharon Kahana / Raffi Lavie / Lea Nikel / Igael Tumarkin
Parallelamente alla mostra personale dedicata a Pier Giorgio De Pinto, il MACT/CACT ospita una sezione particolare e insolita alle nostre latitudini; un omaggio alla produzione artistica israeliana dagli anni 1950 agli anni 1980.
Gli anni Cinquanta e Sessanta del 1900 sono stati ruggenti per la ricerca del segno e dei linguaggi pittorici a radice espressionista, prevalentemente nell’ambito dell’astrazione. A partire dagli anni 1940, in America si fa strada con forza l’Action painting, che vede protagonisti artisti quali Pollock, Kline, Motherwell, Twombly, Rothko e tanti altri. Questo nuovo movimento, nato dalle ceneri della figurazione moderna e figlio, in qualche modo, del duchampismo, la cui filosofia metteva interamente in discussione tutti i linguaggi artistici nella società del dopo-guerra, nonché il rapporto artista-pubblico, trova dei paralleli fondamentali anche in Israele.
Aharon Kahana, nato a Stoccarda nel 1905 e fuggito a Ramat Gan (1935) poco prima della promulgazione ufficiale delle leggi razziali contro la cultura ebraica in Europa, segna e testimonia, attraverso il suo percorso, il passaggio tra la pittura tardo espressionista e moderna, e il contemporaneo che inizia a farsi sentire negli anni 1950. La sua opera non solo rimane fondamentale nella storia della pittura israeliana, ma è da ricordare per aver aperto un orizzonte importante per la ricerca, a lui successiva, attorno al linguaggio astratto sviluppato poi da Raffi Lavie (1937-2007) o dall’artista di origini ucraine Lea Nikel (1918-2005). Lavie e Nikel marcano quell’apertura liberatoria all’emozionalità del gesto, anziché concentrarsi esclusivamente alla forma e ai suoi paradigmi, particolarità che fu anche degli americani citati prima.
Tra gli artisti storici più eclettici figura sicuramente anche Igael Tumarkin (1933-2021), pittore ma soprattutto scultore, che fa del suo procédé una sorta di perenne studio d’artista, dove sperimenta nuove vie estetiche tra figurazione e astrazione, grazie all’utilizzo di materiali diversificati e di recupero.
Mario Casanova, 2022.
Ph MACT/CACT e Pier Giorgio De Pinto
Dove
MACT/CACT
Museo e Centro d’Arte Contemporanea Ticino
Via Tamaro 3, Bellinzona.
Orari
Venerdì, sabato, domenica
14:00 – 18:00
Ingresso
CHF 6.00