FE-MALE
Katia Bassanini / Fausto Bertasa / Daniele Buetti & Anna Graf / Giovanni Ferrario / Andrea Galvani / Frantiček Klossner / Cinzia Ruggeri
Con una performance di Katia Bassanini interpretata da Una Szeemann
A cura di Mario Casanova e Marco Tagliafierro
16 giugno – 28 luglio 2002
Sabato 15 giugno 2002 alle 17:30 si apre presso il Centro d’Arte Contemporanea Ticino la mostra FE-MALE, a cura di Mario Casanova e Marco Tagliafierro, con gli artisti Katia Bassanini, Fausto Bertasa, Daniele Buetti & Anna Graf, Giovanni Ferrario, Andrea Galvani, Frantiček Klossner, Cinzia Ruggeri.
Performance di Katia Bassanini intepretata da Una Szeemann.
Hermaphroditos figlio di Hermès e Aphroditès, colui che ottenne il permesso dagli Dei di coniugare il suo corpo maschile con quello della Ninfa Salmace, colui che fece coesistere in sé stesso attributi maschili e femminili, è senz’altro l’antenato di Fe-Male. Fe-Male nasce dal confronto ravvicinato tra i due sessi, che restando per vocazione distinti, vengono qui a confrontarsi. Le manifestazioni convenzionali delle due sessualità principali, interagendo, rivelano alcune loro dimensioni estetiche raramente rappresentate, perché ritenute non sense o semplicemente ingenue. Nasce così un’estetica ibrida del sesso, che diventa metafora di un più complesso fenomeno contemporaneo costituito da nuovi rapporti tra segno e referente, inedite combinazioni chimiche tra i codice comunicativi accettati dalla vita sociale, androginie semantiche, semiologiche, massmediatiche. Utilizzando una terminologia propria delle scienze naturali si può affermare che Fe-Male non è intersessualità, bensì ermafroditismo, coesistenza tra due opposte sessualità che possono funzionare contemporaneamente o in momenti diversi, Fe-Male è incontro ravvicinato tra linguaggi eterogenei.
Fe-Male è:
Katia Bassanini (1969), attenta decodificatrice delle criptazioni medianiche, lavora sulle associazioni mentali cui la comunicazione di massa allude, ma cui non approda mai.
In quest’occasione presenta la performance CHAMPAGNE, interpretata dall’attrice Una Szeemann che indossa i panni di un personaggio maschile e vincente.Una riflessione sull’estetica del potere
Fausto Bertasa e le sue riflessioni sull’androginia digitale, ovvero la coesistenza di concretezza ed impalpabilita’, cangianza ed immobilità, chiusura e profondità. Dell’artista è presentata un’opera disegnata direttamente su muro.
Di Daniele Buetti (1955), artista svizzero, è presente in mostra con una sua nuova installazione firmata a quattro mani con Anna Graf (1958). Si tratta di un’opera realizzata nel Senegal dai due artisti di Zurigo, in cui troveranno posto tre video in monitor sospesi e un corpo di oggetti e di strutture assemblate a unire le qualità artistiche dei due artisti all’esperienza in qualche modo antropologica vissuta nel paese africano. I mezzi formali ed espressivi che fanno l’installazione sono i soliti di Buetti e Graf, con l’aggiunta di uno spessore maggiore dato dal sovrapporsi di una altra cultura.
Già presentato al CACT nel corso del 2000, il giovane autore italiano Giovanni Ferrario (1973) affronta il tema del corpo dal punto di vista filosofico ed esistenziale. Il suo approccio potrebbe essere, anch’esso, a sfondo antropologico, legato però alla contemporaneità dei comportamenti urbani. L’opera in mostra è una stampa fotografica montata su alluminio di grande formato con la quale l’autore riproduce digitalmente un imballaggio vuoto per pastiglie. Il rimando al corpo o, comunque, alla suggestione di una presenza corporale malata, ormonizzata o drogata dalla chimica, produce un sottile disagio nello spettatore. Dal punto di vista estetico, l’opera è l’intenzione di approccio formale voluto dall’artista funzionalmente ai suoi contenuti: non una busta per pastiglie reale, ma fotografata e ingrandita di moltissime volte a indicare lo spessore meta-reale del tema affrontato dall’autore.
Sempre alla ricerca di punti di vista inediti, perché non c’è niente di scontato nella visione, Andrea Galvani (1973) presenta un dittico fotografico a colori titolato VERSO, 2001. L’uso apparentemente disordinato e casuale dello scatto fotografico gli permette di creare un’immagine poco identificabile all’interno della consueta rappresentazione. Poliedricità dei piani e dei tagli unita ad una riproduzione psichedelica e cinetica della realtà, consentono nuove dimensioni nella lettura del corpo e dell’ambiente che lo ospita.
Frantiček Klossner (1960) presenta MESS UP YOUR MIND (2001). Si tratta di un’opera video a carattere installativo-invasivo. Il tema è uno tra quelli preferiti da F.K.; il corpo e l’interazione con esso. Corpo, invasione, invasività, invadenza sensuale sono le prime caratteristiche percettibili di questo lavoro che ambisce ad essere totale dal punto di vista dell’impatto con il pubblico. L’artista riprende con la telecamera il volto tagliato in un primissimo piano dei suoi modelli e si concentra sulla parte più sensibile del volto; le labbra, la bocca. I personaggi parlano, sembrano parlare, vogliono comunicare attraverso una lingua muta, muovono la carne e cercano di esprimersi. Influenzandone il movimento con una manipolazione digitale, l’autore fa in modo che la bocca bagnata di saliva diventi oggetto carnale; …e ci riesce.
Quest’apertura del corpo serve alla comunicazione, per l’amore, per la trasmissione di pensieri ed emozioni, estremamente sensibile al freddo e al calore. Le immagini video sono ingrandite a rendere l’impatto pubblico/opera maggiormente drammatico, coinvolgente e violento.
Fe-Male è anche Cinzia Ruggeri, performer dell’affettività che danza i suoi sentimenti in una coreografia ibrida, tra improvvisazione jazzistica e progettualità barocca.
Mario Casanova & Marco Tagliafierro
Ph MACT/CACT.
Dove
CACT Centro d’Arte Contemporanea Ticino
Via Tamaro 3, Bellinzona.
Orari
Venerdì, sabato, domenica
14:00 – 18:00