Yann Amstutz / Katia Bassanini / Shahryar Nashat
Collettiva
8 luglio – 2 settembre 2001
Sabato 7 luglio 2001 alle ore 17:30 si apre presso il CACT a Bellinzona la mostra dedicata agli artisti YANN AMSTUTZ, KATIA BASSANINI, SHAHRYAR NASHAT.
Shahryar Nashat (CH, 1975) – il cui lavoro è stato premiato da pochi giorni con la Borsa Federale di Belle Arti e contemporaneamente con il Premio della Fondazione Kiefer Hablitzel – presenta l’installazione video ALL THE WAY BACK. THE RECONSTRUCTION.
“L’installazione è composta da una ampia proiezione video muta, che mostra la figura di un letto. Si tratta di un’immagine che si modifica da un punto di vista ad un altro, mentre i muri della stanza rimangono fissi. A questa figura poco mobile e quasi fissa viene aggiunto un monitor TV raffigurante un uomo dietro le porte chiuse di una camera da letto. La luce artificiale e la funzionalità dell’arredamento costituiscono le reminiscenze di una stanza ricostruita piuttosto che di una camera da letto reale.”
“Un uomo che esce correndo da una stanza, abbandonando un uomo disteso su di un letto.”
La narrazione dell’opera titolata ALL THE WAY BACK, THE RECONSTRUCTION ruota esclusivamente attorno a questi due fatti di costante chiusura e a sua volta di alimentazione di un’atmosfera confusionale e bizzarra. Una voce sussurra il testo al protagonista, che la ripete. Una dissolvenza sussurrata in e out. Essi cominciano lentamente a creare un’altra narrazione, alienando in tal modo se stessi.
“Ciò che è appena accaduto non ha alcuna importanza” è una frase continuamente ripetuta dal narratore, in maniera che l’effetto diventi più importante della causa. Irrilevanza dell’evento passato”.
Shahryar Nashat presenta inoltre una serie di 6 fotografie attorno a questo tema.
Altra presenza in mostra è il giovane fotografo di Losanna Yann Amstutz (CH, 1973) che, sotto il titolo evocatore LATENCE, presenta una serie di fotografie di medio-grande formato attorno al corpo, al nudo. Formato a livello superiore con artisti quali L. Chessex, D. McCullin, R. Gibson, R. A. Minkkinen e H. Newton, nel panorama svizzero è una nuova scoperta.
Amstutz riesce, con l’uso di un procedimento fotografico tradizionale e pur distaccandosi da esso, a porsi pienamente entro i parametri dell’immagine contemporanea, sia a livello stilistico che di contenuto. Ancorché apparentemente allineato con i cliché formali, l‘artista sviluppa le sue tematiche sul corpo partendo da un approccio estremamente istintivo, riducendo al minimo i tempi di realizzazione dell’opera e creando un contesto di rappresentazione pittorica e/o video-filmica.
Katia Bassanini (CH, 1969) propone in una delle sale del CACT un lavoro installativo, che parte dalla sua opera video MUTTER COURAGE UND IHRE KINDER del 2000. Il senso dell’opera di Bassanini lo si evince non solo dall’immagine e dal suo modo di rappresentarla, bensì anche dall’uso che l’artista fa dei materiali che utilizza. I suoi video e le sue installazioni non sono mai – ma solo apparentemente – curate. Similmente le tematiche avvincenti legate alla sessualità, all’identità femminile ed alla violazione di essa risultano essere carnali e coinvolgenti, scurrili e senza mezzi termini.
Per la realizzazione delle sue opere l’artista si avvale di media diversificati, producendo immagini talvolta disarmanti, affrontando l’identità nella sua interezza per mezzo di una sensualità appena svelata. Il corpo, l’abito, la trasformazione sono caratteristiche del vivere contemporaneo. Meglio, esse si identificano con l’omologazione del comportamento legato alla moda ed alle epoche.
MUTTER COURAGE UND IHRE KINDER è una parodia moderna della famiglia, che vede una madre alle prese con le proprie nevrosi. Un essere informe legato al guinzaglio che ricorda un figlio viene coccolato, amato, baciato, picchiato e violentato nella sua psiche da una madre senza volto in una successione alternata in loop, che evidenzia maggiormente ed instistentemente lo stato di insicurezza dei comportamenti.
Katia Bassanini lascia allo spettatore – in un rapporti volutamente interattivo – qualsiasi risposta, come se l’opera stessa, ancorché violenta, fosse l’unica chiave di lettura possibile.
L’esposizione – che rimane a aperta al pubblico venerdì, sabato e domenica dalle ore 14:00 alle ore 18:00 – si chiuderà domenica 2 settembre 2001.
Ph Flaia Arnoldi.
Dove
CACT Centro d’Arte Contemporanea Ticino
Via Tamaro 3, Bellinzona.
Orari
Venerdì, sabato, domenica
14:00 – 18:00