UNTITLED, text by Mario Casanova for OTHER IDENTITY, 2016

Senza titolo

La (ri)definizione d’identità è e rimane – in generale – uno dei temi caldi, che riapre un dibattito infinito di tipo sociale ma anche, per certi versi, antropologico attorno all’essere in relazione all’altro, dentro un mondo che cambia, e che ancora nasconde in sé molte banalità sensibili e troppe mistificazioni taciute sulla costruzione di un concetto accettabile di progresso e di modernità. Non solo perché lo studio sulle identità trova la sua genesi e si giustifica nella comprensione delle individualità e delle diversità, ma perché esso studia fortemente le particolarità delle minoranze altre in rapporto a dominanti sociali, politiche e religiose.

Francesco Arena, artista e curatore di OTHER IDENTITY, mi ha chiesto di scrivere due righe non obbligatoriamente legate alla sua mostra, e di esprimere delle mie considerazioni pertinenti a questo tema: in generale.

Esso è vastissimo, non più semplicemente correlato – come detto – allo specifico della sua mostra o alle identità pertinenti al corpo. Infatti, del tutto ordinario e ‘dépassé’ sembra oggi parlare di identità in ambito di espressione delle proprie sessualità; poiché non ci si dovrebbe ormai più esprimere in termini di una sessualità, quanto piuttosto su di uno spettro che rifrange molte sessualità, come se l’aspetto trans odierno, rinvigorito da un processo di virtualizzazione tecnologica e telematica, fosse l’unico vero strumento catartico per un passaggio da un periodo storico a un altro, entro un’epoca di guerre tra culture che tentano di reimporre goffamente e con tanta recrudescenza ognuna la propria idea di identità; una definizione che per secoli e, ahimè, ancora oggi sembra rimanere un dogma noioso, un assioma indiscutibile; cioè essere come la società ti impone di apparire. Una società spaccata nel suo eterno dualismo tra divinazione e incarnazione, e in equilibrio tra bene e (in)consapevolezza del male e della sua cattiveria dominatrice.

Ecco, quindi, che lo slogan illuminista e molto ‘radical’ Liberté, Egalité, Fraternité solo rimane uno tra le tante ipotesi impolverate per un miglioramento della società anche solo da un punto di vista classista; possibilismo, cui nemmeno più gli stessi illuministi forse credono di fronte alla forza dell’uomo e delle sue antropologie bestiali ed egoiche.

L’arte ha sempre rappresentato idealmente quel luogo dove si fondono, fuori dal tempo e da qualsiasi istituzione, proprio libertà, uguaglianza e fraternità. In un mondo dove la sessualità, la donna, i bambini e gli animali, ma soprattutto qualsiasi valore degno di attenzione, vengono sistematicamente sfruttati e calpestati pur di vendere anche solo un tostapane, paradossalmente – in arte – il tema delle identità dà fastidio, nella misura in cui esse rappresentano quel simbolo-traghetto nel verso della liberazione dal dogma, dell’evasione dalla prigione sociale e dalle divisioni razziali: un sogno, una visione, una utopia. Perfino il mondo stesso dell’arte è divenuto spesso luogo di istigazione all’antipatia, alla divisione e alla frammentazione, laddove competenza e competitività sono state sostituite da ruoli e competizione, e dall’aggressività: così come qualsiasi altra forma di radicalizzazione religiosa o politica.

In cosa consiste allora il corpo della cultura? Come si incarna l’identità? Con quali modalità e sembianze?

Ecco che in tempi di fusione culturale e integrazione sociale, per le quali abbiamo ceduto gran parte delle nostre libertà e conquiste individuali e culturali, e laddove i valori vengono sempre meno, riaffiorano simili quesiti; che sono anche questioni di opportunità e opportunismi.

Il secondo Novecento è stato determinante, direi illuminante, per farci capire quanto le ideologie, i dogmi e le avanguardie abbiano mal alimentato e plagiato le nostre fantasie e le nostre vite, millantando un concetto di progresso e di evoluzionismo fondamentalmente inesistenti se non per quanto
attiene all’idea di nicchia. Il processo di democratizzazione ha fatto il resto. In questo senso parlare e argomentare oggi di identità, lo si potrebbe fare solo passando da uno stato identitario come marchio e imposizione sociale a un approccio quasi trans-sociale, eterotopico, cioè al di là dell’uso stesso
della definizione di identità: processi di democratizzazione e di statalizzazione assolutamente involutivi per l’identità individuale e l’autodeterminazione dell’uomo, nella cui contravvenzione qualcuno vedrebbe,
invece, un possibile sviluppo.

Nell’ambito della cultura visiva e non solo, dalla caduta delle avanguardie prontamente plagiate e sostituite dal mercato, l’arte è alla ricerca di una sorta di trans-identità, dove l’ibridazione, il metamorfismo, la fusione tra arte pura e applicazione dell’arte si muovono e dialogano nella ricerca di nuove forme identitarie e linguaggi estetici; una ricerca più libertaria e libertina.

Ed è proprio in quell’eterno difficile rapporto tra divinazione e incarnazione che si gioca il ruolo dell’individuo; nel dialogo monologico tra corpo e spirito, tra fede e dogma.

È rilevante lo sviluppo delle tecnologie applicate ai social network; essi incarnano da un lato il neo-surreale, il sogno di una vita parallela o forse un’isola che non c’è, dall’altro la liberazione dal confronto sociale diretto e la definizione di una estetica meno corporale e schietta, mediata e interfacciata.

Se l’arte va nuovamente verso il corpo dopo decenni di concettualismi assurdi, ci si deve pur porre alcune domande basilari, sia per la vita che per la sua ridefinizione attraverso lo stilema della cultura e delle arti.

 

Mario Casanova, gennaio 2016

 

 

Utilizziamo i cookie per offrirvi una migliore esperienza online, analizzare il traffico del sito e personalizzare i contenuti. Dando il vostro consenso, ne accettate l'uso in conformità con la nostra politica sui cookie.

Privacy Settings saved!
Impostazioni

When you visit any web site, it may store or retrieve information on your browser, mostly in the form of cookies. Control your personal Cookie Services here.

These cookies are necessary for the website to function and cannot be switched off in our systems.

In order to use this website we use the following technically required cookies
  • wordpress_test_cookie
  • wordpress_logged_in_
  • wordpress_sec

Rifiuta tutti i Servizi
Accetta tutti i Servizi